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Smartphone usato per studiare

L’uso degli smartphone in classe

Recentemente, la ministra Valeria Fedeli si è espressa favorevolmente sull’uso degli smartphone a fini didattici e ha istituito una commissione che dovrà dettare delle linee guida sul loro utilizzo in classe. Chissà come verranno accolte queste indicazioni da tutti quelli che, invece, credono che gli smartphone debbano essere vietati, vedendoli come pericolosi elementi di disturbo. In realtà, le ragioni che supportano entrambe le posizioni sono grosso modo corrette: gli smartphone sono utili, ma distraggono.

Nei 5 minuti che ho impiegato per iniziare a scrivere questo post mi sono arrivate due notifiche di Whatsapp, tre di Facebook e una di Messenger. Lo smartphone, i social network e i numerosi mezzi con cui ci relazioniamo ai nostri amici e colleghi sono indubbiamente un pericoloso disturbo, soprattutto quando dobbiamo portare a termine compiti (imposti o volontari) che, al contrario, richiedono concentrazione e quiete. E sono un elemento di disturbo che riguarda tutte le fasce d’età, anche quelle dei docenti e degli adulti in generale.

Smartphone e scuola

D’altra parte, ci vorrebbe davvero molta immaginazione per affermare che uno strumento portatile potente quanto un pc, connesso a internet, non possa servire come strumento didattico. L’unico dubbio è il come, visto che non siamo ancora riusciti a integrare l’uso del computer nella didattica tradizionale e non si vede per quale motivo dovremmo riuscirci in tempi brevi con gli smartphone.

“Allora intanto vietiamoli”, si potrebbe dire. E all’estero, in molte scuole, l’uso degli smartphone è vietato o rigidamente disciplinato, come riassume Alberto Magnani sul Sole 24 ore, anche con buoni risultati nel miglioramento delle valutazioni (ma è un parametro di dubbio valore). Inoltre, come scrive qualcuno, è proprio la scuola ad essere rimasta come ultimo luogo deputato a imporre delle regole e dei limiti invalicabili nell’educazione di un ragazzo.

Tuttavia, la storia ci insegna che vietare un uso condiviso da tutti (che, naturalmente, non danneggi il prossimo) difficilmente contribuisce a porre un argine a quell’uso. Non solo, nel caso degli smartphone, vietarne l’uso a scuola crea un ambiente asettico, privo della principale fonte di distrazione contemporanea, con cui, al contrario, sarebbe bene confrontarsi sotto la vigilanza dei docenti proprio in un contesto in cui è richiesta concentrazione. Molti studenti che abbiamo seguito e seguiamo, pur volendo studiare, non si ritengono in grado di gestire il tempo e cadono inevitabilmente vittime del canto delle sirene digitali.

Cosa deve insegnare la scuola, se non soprattutto a farcela da soli? Proprio nella scuola, il luogo condiviso da tutti i giovani che richiede lo svolgimento di attività complesse non abituali nella quotidianità di un ragazzo, si dovrebbe insegnare a gestire (da soli e con gli altri) la propria energia e il proprio tempo, a indirizzare la concentrazione, a perseguire con costanza interessi che non siano solamente il (sacrosanto, nelle giuste dosi) cazzeggio.

Prima ancora che a usare gli smartphone come strumenti didattici, bisognerebbe insegnare a conviverci, senza pensare che siano una maledizione lanciata dal cielo, che la loro introduzione nelle nostre vite abbia peggiorato la società o, peggio, fare finta che non esistano.

Smartphone in classe

Studente consulta i quadri scolastici

Superare il debito con Laudes

Durante l’estate le scuole chiudono; Laudes rimane aperta per seguire gli studenti che hanno preso a fine anno il fatidico debito formativo.

La fatica di non chiudere l’estate (con il caldo, gli amici al mare, la città deserta) ci viene ampiamente ripagata dalla soddisfazione dei risultati ottenuti dai nostri studenti. Quest’estate abbiamo seguito oltre 20 studenti con più di 30 debiti complessivi, in tutte le materie (inglese, italiano, latino, matematica, fisica, filosofia, greco, ecc.): tutti gli studenti hanno superato i debiti e sono stati promossi e ammessi all’anno successivo.

Non potremmo naturalmente vantarci di questi successi se non fosse per la diligenza e l’applicazione dei nostri studenti, a cui va gran parte del merito. Tuttavia, è anche vero che i periodi di vacanza sono i nostri preferiti per fare lezione e ripetizioni come piace a noi: senza la fretta delle scadenze e delle urgenze scolastiche, senza la marea di materie e compiti da affrontare ogni giorno, abbiamo la possibilità di impostare il lavoro in maniera più organica, far concentrare lo studente su un metodo di studio efficace, proficuo e piacevole.

A costo di prenderci dei silenziosi insulti, già dalla prima lezione cerchiamo di far capire agli studenti che il debito può essere un’opportunità: infatti, dover affrontare per intero il programma di un anno di una materia implica, oltre alle lezioni, molto lavoro individuale. Con un buon metodo di studio e una buona impostazione, lo scoramento dei primi giorni di fronte alla mole di lavoro da affrontare viene piano piano sostituito dalla sicurezza di sé e dalla consapevolezza che il lavoro quotidiano paga (e risultati si vedono!); c’è più tempo per trattare qualsiasi materia, per capirne l’utilità, per apprezzarne la bellezza; lo stress per l’esame di recupero diventa il motore ideale per la concentrazione e la focalizzazione sull’obiettivo da raggiungere. Il debito è un’occasione formativa importante: una sorta di antipasto di quello che poi si dovrà affrontare all’università e dopo l’università.

Il debito formativo

Computer collegato al sito di Laudes con una libreria sullo sfondo

Studiare a Laudes – Lettera di una mamma

Generalmente, delle lettere di ringraziamento che ci mandano studenti e famiglie, pubblichiamo solo qualche breve frase nella sezione “Dicono di noi” (potete vederle qua). In questo caso però le parole sono talmente belle e la lettera restituisce in maniera così piena quello che ogni giorno ci impegniamo a fare con Laudes che sarebbe un peccato non pubblicarla per intero.

Mio figlio ha frequentato nell’anno 2016-17 il I liceo linguistico riscontrando molte difficoltà. Faceva già ripetizioni di matematica da alcuni anni ma con scarsi risultati. Alla fine del primo quadrimestre aveva diverse insufficienze ed era molto scoraggiato. Avevo sentito parlare molto bene dell’Associazione Laudes e così ci siamo rivolti a loro.

Dal primo momento ho riscontrato da parte di tutti i ragazzi che vi lavorano una grande disponibilità e gentilezza e, soprattutto, un forte desiderio di conoscere e capire il ragazzo aiutandolo con un approccio “olistico” e adatto alla sua personalità.

Da subito, è stato chiaro che il loro obiettivo non era semplicemente quello di portare il ragazzo ad assimilare delle nozioni ma anche a cambiare atteggiamento nei confronti della scuola, ad imparare a studiare e ad esprimersi adeguatamente, superando le proprie insicurezze. I ragazzi di Laudes hanno adottato un approccio individuale, su misura per mio figlio, per il suo carattere e per le sue esigenze, piuttosto che uno stile standardizzato da applicare a tutti nello stesso modo.

Inoltre, ho trovato molto positivo il fatto di andare a studiare in un ambiente diverso da casa, in compagnia di altri ragazzi e con insegnanti giovani e dinamici, in una “mini-scuola”, dove, in un unico luogo, si può ricevere sostegno per qualsiasi materia, a seconda delle esigenze del momento. Credo che tutto ciò sia benefico ai fini di instaurare un’atmosfera meno “punitiva” e molto più stimolante rispetto a quella che si crea quando un insegnante viene a domicilio.

I ragazzi di Laudes hanno aiutato mio figlio a fare un cammino di recupero oltre ogni aspettativa. È arrivato lì a febbraio con 6 insufficienze ed è riuscito a recuperare 4 materie a giugno e 2 a settembre. Inoltre, credo che abbia imparato anche ad affrontare la scuola con un atteggiamento diverso e a credere di più nelle proprie capacità e, nonostante abbia dovuto lavorare tanto, è sempre andato a fare lezione volentieri, mentre viveva le ripetizioni a casa come un incubo. Infatti, ha costruito con i suoi insegnanti un rapporto positivo, ha trovato incoraggiamento e modelli positivi da seguire, bravi docenti ma allo stesso tempo ragazzi stimolanti con cui relazionarsi che non lo hanno mai mortificato davanti alle sue difficoltà come in passato altri avevano fatto.

Voglio ringraziare in particolare Fabio, Michelangelo ed Elena!

Con sincera stima e gratitudine,

V.